Cioccolato: 5 alibi per mangiarlo senza sensi di colpa

7 Aprile 2015 0 Di Redazione

Classico risveglio del giorno post-Pasquetta: pesantezza d’animo (c’è puzza di lunedì nell’aria ma, a conti fatti, è già martedì), rincoglionimento generale, agenda strabuzzante di cose tralasciate la settimana precedente, e… Lui: il senso di colpa. Quello dilaniante, che ti accompagna mentre infili il jeans che improvvisamente risulta particolarmente tirato e che ti dà la buona notte col pensiero della bilancia che “dev’essere difettata, cambierò le pile!”. Bene.

Rimedio rapido ed efficace, proprio come quando l’abbiamo combinata grossa e vogliamo spazzar via dalle pareti cerebrali anche l’ultimo rimasuglio di ricordo? Eliminiamo il pensiero! E allora via coi buoni propositi, la rispolverata della tessera di quella palestra dove nemmeno sanno che faccia abbiamo, acqua a go-go che ci fa passare la giornata in bagno e sentire più leggeri, tristi verdurine sbranate in quantità industriali per compensare il vuoto lasciato dalla goliardica grigliata del giorno prima ma… Ta-daaaaaan: eccolo! L’assassino è ancora in casa, pronto a colpire quando meno ve l’aspettate! Sì, è proprio lì. Tra un cesto di frutta carico di buone intenzioni e una tisana depurativa. Lì. Costretto in un tupperware senz’aria né autonomia di movimento. Lì. Triste, abbandonato e devastantemente pericoloso: il cioccolato avanzato dai 3 giorni tour-de-force di Pasqua! Sentite i violini stridere nell’aria. La pupilla oculare si dilata davanti a cotanta celestiale visione. Quella gustativa si è già commossa al solo pensiero. Credetemi, tenerlo in casa avrà lo stesso effetto di un bel pezzo di manzo nel vostro letto in questa stagione all’insegna della sagra dell’ormone: ve lo sbranerete come uno spiedino! Che fare, dunque?

Beh… dicono che se Maometto non va alla montagna, allora pare che sia proprio la montagna ad andare da lui (devo ancora vederla una montagna che cammina… Ma di questo parleremo in un altro dei miei trip mentali). Indi per cui altro non ci rimane che guardare quelli che possono essere i benefici che derivano dal divorarci cioccolato come non ci fosse un domani. Perché quel benedetto domani arriva… Sempre!

Sono andata ad informarmi su Donna Moderna. Quello che sto per dirvi, amici, darà un bel calcio in chiul alle nostre paranoie di oggi e alla nostra mini-me dietologa improvvisata già in preda ad attacchi d’ansia! Prendete nota e date ossigeno a quel povero cioccolato soffocato in quel bastardissimo tupperware: è arrivato il momento di goderci gli avanzi!

Signore e signori… Il cioccolato:

  • Non solo non rovina la pelle ma pare possa trasformarsi in un antirughe! Il semplice fondente e il cacao in polvere che troviamo anche al supermercato contengono polifenoli e burro di cacao, ricco di acido oleico – sostanza che contrasta l’invecchiamento.
  • Migliora la lucidità mentale: il cacao pare essere una delle migliori fonti di teobromina – un alcaloide naturale che contrasta la depressione e migliora le capacità di concentrazione.
  • Scaccia l’anemia: Il cacao ha una quantità di ferro che è il doppio della carne. Eeeeeeeeehhhh??? E lo scopro solo adesso?!? Consigliato per chi si sente spesso stanca o debilitata da mestruazioni abbondanti.
  • Aiuta cuore e intestino: il merito pare essere della epicatechina, una sostanza antiossidante che protegge i vasi sanguigni e abbassa la pressione. Ma diamo a Cesare quel che è di Cesare: anche il tannino fa la sua porca figura! Coi suoi super poteri riesce a trsformare il cioccolato in efficace rimedio antistipsi.
  • Rallenta l’assorbimento degli zuccheri: il cacao contiene acido clorogenico che tiene sotto controllo l’insulina e rallenta l’assorbimento degli zuccheri. Diciamo che al posto di un bel figo imperiale veniamo appagate dall’anandamina che, a quel punto, non ci porta a tradirla col primo junk food che ci passa sotto agli occhi!

E mi piace l’idea di chiudere così l’articolo di quest’oggi, riportandovi una citazione presa dal celebre film “L’avvocato del diavolo” con Keanu Reeves e Al Pacino:

Kevin: “Che mi dici dell’amore?”

John Milton: “Sopravvalutato. Biochimicamente non è diverso da una grande scorpacciata di cioccolata.