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Patate verdi o germogliate si possono mangiare? La risposta è no, ed ecco perché

Patate verdi o germogliate meglio non mangiarle perché tossiche

Abbiamo già visto, in un nostro precedente articolo, che le patate non contengono glutine e quindi possono essere una buona alternativa al pane per chi soffre di celiachia. Oggi risponderemo ad un’altra domanda che tutti noi, almeno una volta, ci siamo posti andando a prendere la cesta delle patate nella dispensa: le patate verdi o germogliate si possono mangiare?

Brutta sorpresa quando già ci pregustiamo delle ottime patatine arrosto o fritte, trovarle tutte con la buccia verde oppure germogliate, e così ci blocchiamo e non sappiamo più se cucinarle.

Saranno ancora buone? Ci farà male mangiarle? Saranno tossiche per l’organismo e indigeste?

Vediamo di rispondere a tutte queste domande.

Patate verdi o germogliate: si possono mangiare?

Le patate (tubero proveniente dall’America) sono uno degli alimenti più consumati al mondo. Quando, dopo averle acquistate, le troviamo verdi o germogliate, meglio non mangiarle. Potrebbero essere tossiche.

Questo almeno è quanto sostiene il BFR, organo di controllo alimentare che fa parte del Ministero del Cibo e dell’Agricoltura tedesco, che ha riesaminato la questione dopo che un’intera famiglia tedesca è stata intossicata per aver mangiato patate germogliate.

Patate verdi, cosa sapere su solanina e clorofilla

Le patate, come accennato, sono tuberi molto diffusi e anzi sempre presenti in qualsiasi cucina italiana. Sappiamo bene che la loro crescita avviene sotto terra e che, quindi, stare a contatto con la luce fa scattare in esse determinate reazioni. La sostanza responsabile della comparsa del colore verde nelle patate è la clorofilla: quest’ultima viene prodotta da qualsiasi pianta che stia a contatto con luce e ossigeno. La clorofilla non è una sostanza dannosa ma è proprio vicino ad essa e ai germogli di recente sviluppo – proprio sotto la ‘pelle’ delle patate – che tende a concentrarsi la solanina. Si tratta di una sostanza che è presente anche in altri alimenti di utilizzo e consumo comune come ad esempio melanzane e pomodori verdi

Ma perché la germogliatura fa diventare le patate tossiche?

Tutto dipende dalla solanina, di cui le patate sono molto ricche. Un indicatore della sua presenza in alte percentuali nel tubero è proprio il colore verde. In fase di germogliatura, la solanina aumenta ancora di più.

Se abbiamo mangiato patate troppo ricche di solanina, oltre il limite tollerato dal nostro organismo, i sintomi che possono manifestarsi sono nausea, vomito, mal di stomaco, diarrea e a volte anche febbre. In casi molto rari, di grave intolleranza alla solanina, si può andare incontro anche anche perdita di coscienza, disturbi al cervello, alla respirazione e al sistema cardiovascolare. 

Le intossicazioni da patate verdi o germogliate sono molto rare, ma poco invece sappiamo su quelle reazioni negative che molti di noi potrebbero aver avuto, senza averle associate ad un disturbo/intossicazione da solanina.

Da un punto di vista clinico dunque, è difficile realizzare un’indagine statistica sulla vera pericolosità per la salute delle patate verdi e/o germogliate ma l’istituto tedesco ha comunque fissato in 100 milligrammi per chilo di patate fresche il limite massimo di solanina ingeribile, anche se al momento, sulle confezioni vendute nei supermercati, questo valore non è riportato in etichetta.

Come conservare le patate il più a lungo possibile senza farle germogliare e diventare verdi

Nell’attesa di conoscere esattamente in etichetta i livelli di solanina delle patate acquistate, ecco come cercare di conservarle al meglio e il più a lungo possibile senza farle germogliare e diventare verdi (e dunque doverle poi gettare via):

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* Il contenuto riportato è di carattere orientativo a fini informativi: non sostituisce diagnosi e trattamenti medici. Non deve essere utilizzato per prendere decisioni in merito ad assunzione o sospensione di terapie farmacologiche e non può sostituire il parere di un professionista afferente a qualsiasi disciplina medico scientifica autorizzata.

Ultimo aggiornamento: 08/11/2020

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