Diabete e carne rossa, c’è una correlazione: uno studio lo dimostra

10 Settembre 2017 0 Di Redazione

Diabete e carne rossa, c’è una correlazione: uno studio lo dimostra

Diabete: consumare carne rossa e pollame in quantità eccessiva fa aumentare il rischio di ammalarsi. Lo dice un studio. Il motivo sarebbe riconducibile in parte a fatto che queste carni hanno un elevato contenuto di ferro di derivazione animale. In particolare, un consumo frequente di questi alimenti potrebbe essere collegato ad un rischio maggiore di sviluppo del diabete di tipo 2.

A renderlo noto uno studio della Duke-NUS Medical School di Singapore, pubblicato su American Journal of Epidemiology. Secondo i ricercatori – che hanno lavorato sui dati del Singapore Health Study, relativi a 63.257 adulti di età compresa tra i 45 e i 74 anni, monitorati tra il 1993 e il 1998 e seguiti per una media di circa 11 anni – esiste una correlazione tra l’assunzione di carni rosse e pollame e il rischio di sviluppare il diabete.

Perché la carne rossa e il pollame aumentano il rischio di Diabete di tipo 2

È stata analizzata la dieta seguita dai partecipanti attraverso un questionario, i cui dati nella fase successiva sono stati confrontati alle diagnosi di diabete di tipo 2. Fra i soggetti presi in esame, su coloro che consumavano maggiormente queste carni è stato evidenziato l’aumento del rischio di diabete fino al 23%; solo fino al 15% in chi ne faceva scarso consumo. E’ stato altresì evidenziato che pesce e crostacei nella dieta quotidiana non erano associati al rischio di diabete. Questi ultimi invece, se sostituiti a carni rosse e pollame, ridurrebbero addirittura il rischio di malattia.

Non solo l’alto contenuto di ferro nella carne rossa quale causa della correlazione con il diabete di tipo 2, ma essa conterrebbe per i ricercatori anche altre sostanze chimiche che potrebbero essere responsabili di un aumento del rischio di diabete. Il risultato di questo studio non vuole tuttavia lanciare il messaggio di eliminare la carne dalla dieta, piuttosto di moderarne il consumo, alternando la carne rossa e il pollame a pesce, soia e legumi. Altra avvertenza: quando si mangia pollo meglio preferire le parti che contengono meno ferro di derivazione animale, ovvero il petto. Lo ha rimarcato il professor Koh Woon Puay, autore principale dello studio, ribadendo l’importanza dell’assunzione giornaliera di prodotti alimentari ricchi di proteine di origine vegetale, oltre agli alimenti a base di latte.