Patatine fritte: se mangiate 2 volte a settimana raddoppiano il rischio di mortalità
15 Giugno 2017Patate fritte: uno studio dimostra che aumentano il rischio di mortalità
Patatine fritte, croce e delizia di chiunque! Uno studio ha infatti rivelato che mangiarle almeno due volte a settimana raddoppia il rischio di mortalità.
Ebbene sì, si tratta di un peccato di gola che è bene concedersi quanto più raramente possibile, perché fa male alla salute. Che siano a bastoncino, fatte in casa o surgelate, più o meno salate, accompagnate da maionese o ketchup, le patatine fritte aumentano il rischio di mortalità, lo dimostra uno studio.
Non solo nuocciono alla linea ma influiscono anche negativamente sulla salute dell’uomo: il risultato di una ricerca pubblicato sull’American Journal of Clinical Nutrition ha dimostrato infatti che il consumo abituale di patatine fritte raddoppia il rischio di mortalità prematura.
Lo studio ha coinvolto ricercatori di università italiane, spagnole e inglesi. Un team di ricercatori internazionali, insomma, coordinato dall’italiano Nicola Veronese dell’Università degli Studi di Padova.
In pratica è stato verificato il consumo di patate di 4.400 persone di età compresa tra 45 e 79 anni, nel corso di otto anni, attraverso la compilazione di questionari alimentari. I risultati non hanno certo evidenziato un legame tra le persone che mangiano le patate fritte e la morte, tuttavia al l termine degli otto anni di monitoraggio, sono stati riscontrate 236 morti complessive tra le persone che si sono sottoposte all’esperimento.
Dopo aver valutato diversi fattori di rischio che potessero avere avuto un’influenza sulla mortalità, i ricercatori hanno concluso che effettivamente c’era stata un’associazione tra il consumo abbondante di patate fritte e l’aumento della percentuale dei decessi. Dai dati raccolti è emerso infatti coloro che mangiavano le patatine fritte almeno due volte a settimana avevano un rischio maggiore di andarsene prematuramente.
Perché la frittura fa male alla salute
Non le patate in sé ma la frittura viene messa sotto accusa da questo studio. Essa infatti annienta tutti i nutrienti positivi delle patate e le trasforma in un cibo ad alto contenuto calorico, che nutre paradossalmente poco. Come anche dimostrato da uno studio della Duke University, nel Nord Carolina, infatti, le patate fritte hanno un’alta densità calorica (fino a 574 calorie per 100 grammi) e un basso indice di sazietà. Ad aggravare la situazione il fatto che quando le si ha davanti si tenda a mangiarne in grande quantità.
Patate sì, ma cotte al forno o lessate
Il consiglio? Mangiare sì le patate ma optare per un altro metodo di cottura. Le patate hanno un indice glicemico alto, tuttavia sono ricche di proteine, carboidrati, fibre, vitamine C e B6, potassio, manganese e antiossidanti, che combattono i radicali liberi e rallentano l’invecchiamento cellulare; inoltre grazie all’amido contribuiscono a mantenere in salute l’intestino. Consumatele dunque cotte al forno con un filo d’olio o lesse, cotte a vapore o bollite.