Scoperto l’ormone dell’invecchiamento: lo sport ne abbassa i livelli nel corpo
2 Giugno 2017L‘invecchiamento è una delle più grandi preoccupazioni, prima o poi tutti lo devono affrontare e spesso non è fonte di pensieri positivi. Da decenni, ormai, la comunità scientifica studia tutti quei processi che causano il deterioramento fisico e cerca di trovare una soluzione. Allo stesso tempo, per mantenersi in forma esistono molte soluzioni, come un regime alimentare sano, la non sedentarietà e l’attività fisica. Proprio quest’ultima, secondo un recente studio scientifico, sarebbe in grado di abbassare i livelli di un ormone specifico che causerebbe, in parte, l’invecchiamento.
La scoperta dell’ormone dell’invecchiamento
Già da molti anni la comunità scientifica era a conoscenza del fatto che il deterioramento dei mitocondri, corpuscoli cellulari la cui funzione primaria è quella di centrale energetica della cellula, erano una delle cause dell’invecchiamento. Ora è stato aggiunto un nuovo e importante tassello. A scoprire il cosiddetto ormone dell’invecchiamento sono stati i ricercatori del Vimm, ovvero l’Istituto Molecolare Veneto e gli scienziati dell’Università di Padova. Lo studio è stato pubblicato su Cell Metabolism e potrebbe aprire nuove strade sulla ricerca della longevità.
La causa dell’invecchiamento
I due team di ricercatori, coordinati da Marco Sandri e Luca Scorrano, hanno messo in luce quella che potrebbe essere una delle cause principali del deterioramento fisico. Si tratterebbe dell’ormone denominato FGF21 e sarebbe capace di scatenare l’invecchiamento dell’organismo. Questa causa, però, può essere combattuta. I due ricercatori, infatti, si sono resi conto che una continua e giornaliera attività fisica, ne abbassa i livelli nell’organismo.
Lo studio
Quando i livelli dell’ormone FGF21 risultano essere alti nell’organismo, il corpo risponde con l’invecchiamento cutaneo e di altri organi, come il fegato e l’intestino. Inoltre, si perderebbero anche neuroni e si potrebbe soffrire di un’infiammazione generalizzata. Come ha spiegato Marco Sandri dell’Università di Pavia: “Lo studio ha evidenziato la doppia vita di FGF21. Per anni si è pensato che questo ormone fosse prodotto solo dal fegato e dal grasso e che avesse un’azione benefica, migliorando il metabolismo di grassi e zuccheri. Oggi sappiamo che invece che l’FGF21 è prodotto anche dai muscoli e i suoi valori sono elevati negli anziani sedentari e bassi in quelli attivi. Inoltre quando questo ormone è prodotto dal muscolo, esso manda un segnale di invecchiamento a tutto l’organismo. Tutto questo accorcia drasticamente la vita“.
La soluzione dei due ricercatori
Grazie a questa scoperta si aprono dunque nuove strade nella ricerca scientifica dedicata all’allungamento e al benessere della vita. Il prossimo passo, infatti, sarà quello di sviluppare nuovi farmaci. Se, infatti, si blocca la produzione dell’ormone FGF21, possono essere arrestati alcuni segni dell’invecchiamento del fegato, dell’intestino, del cervello e della pelle.
* Il contenuto riportato è di carattere orientativo a fini informativi: non sostituisce diagnosi e trattamenti medici. Non deve essere utilizzato per prendere decisioni in merito ad assunzione o sospensione di terapie farmacologiche e non può sostituire il parere di un professionista afferente a qualsiasi disciplina medico scientifica autorizzata.