Come funziona la dieta a intermittenza e come aiuta a dimagrire

23 Dicembre 2020 0 Di Redazione
dieta a intermittenza

Non è semplicissimo orientarsi nella scelta di una dieta e in molti casi non facciamo attenzione come dovremmo a rischi e benefici. La dieta a intermittenza ha preso piede e sembra un ottimo sistema per regolare il peso. Vediamo come funziona, quali sono i risultati prospettati e le relative tempistiche, stando attenti anche a riconoscere vantaggi e svantaggi per capire se è quella più adatta al nostro caso. Bisogna però sempre consultarsi con un medico o un nutrizionista prima di cominciare a fare una dieta.

In che modo si segue una dieta a intermittenza

Il concetto è quello di alternare periodi di digiuno a fasi in cui si mangia e più che una dieta è un programma alimentare. Esistono diversi schemi, come ad esempio il 16/8 che suddivide la giornata in 8 ore in cui si può mangiare e 16 in cui si digiuna. Si tratta di saltare la colazione, pranzare e non cenare più tardi delle 20. C’è poi lo schema 5/2 dove la settimana è suddivisa con due giorni non consecutivi in cui non si assumono più di 500/600 calorie. Nella dieta Eat Stop Eat per una o due volte alla settimana si mangia solo a giorni alterni. Si possono bere bevande ipocaloriche come caffè e tè senza zucchero durante le fasi di digiuno per evitare la disidratazione.

Quali sono gli effetti?

Non si ha un semplice calo delle calorie, ma una regolazione dell’equilibrio ormonale che spinge il corpo a utilizzare in maniera migliore le riserve di grassi. Si ottimizza la sensibilità insulinica se la dieta viene seguita insieme all’esercizio fisico. Con bassi livelli di insulina è più facile intaccare i grassi. Secondo molti studi essere sovrappeso spinge l’organismo a sviluppare alti livelli insulinici, promuovendo così l’accumulo di grassi.

Aumenta la secrezione dell’ormone della crescita (GH) e la sintesi proteica che rende i grassi disponibili come risorsa energetica. Questo porta a mettere su più velocemente i muscoli. Le fasi di digiuno promuovono anche la autofagia, cioè la rimozione delle cellule danneggiate con la promozione dei processi rigenerativi e del rinnovo dei tessuti. Essendoci meno calorie in circolazione si tende a perdere peso, a patto la dieta sia equilibrata. Ricordiamo come sia opportuno consultare un medico prima di cominciare questa routine.

I migliori consigli per seguire correttamente la dieta a intermittenza

La dieta a intermittenza non è adatta a persone con diabete o disturbi metabolici, alimentari, cancro e malattie cardiovascolari. Non si applica ad anziani, donne incinte e bambini che hanno un metabolismo differente. Ecco le cose da sapere affinché il percorso vada a buon fine:

  • la dieta intermittente non altera la vita sociale ma nelle situazioni conviviali certe volte i propri pasti e quelli degli altri potrebbero non coincidere;
  • se si è vincolati a determinati ritmi sociali, meglio non optare di questo tipo di dieta ma sceglierne una flexitariana o flessibile che consente di mangiare di tutto rispettando parametri di macronutrienti;
  • tè e caffè posso aiutare durante gli attacchi di fame. L’organismo si deve abituare, diventerà poi normale avere a disposizione una di queste bevande per ogni evenienza;

con le diete basate sul digiuno il ritmo del sonno è importante: bisogna riposare un numero congruo di ore (così da non rischiare di aumentare di peso per questioni metaboliche).

* Il contenuto riportato è di carattere orientativo a fini informativi: non sostituisce diagnosi e trattamenti medici. Non deve essere utilizzato per prendere decisioni in merito ad assunzione o sospensione di terapie farmacologiche e non può sostituire il parere di un professionista afferente a qualsiasi disciplina medico scientifica autorizzata.

Ultimo aggiornamento: 23/12/2020