Il Caffè previene il diabete: ecco gli effetti protettivi del cafestolo
12 Settembre 2017Il caffè alleato contro il diabete, lo dice uno studio
Il caffè contiene una sostanza – il cafestolo – in grado di prevenire il diabete. L’importante recente scoperta ha infatti appurato che il cafestolo promuove la produzione di insulina e il controllo glicemico (cioè la concentrazione di zuccheri nel sangue) e riduce il rischio di sviluppare la malattia. Un test sugli animali ne ha da dato prova.
Questa sostanza presente nel caffè rappresenterebbe dunque un rimedio naturale utile per chi combatte contro questa patologia. La ricerca scientifica è stata condotta da Fredrik Brustad Mellbye del policlinico universitario di Aarhus, in Danimarca, e pubblicata sul Journal of Natural Products.
Se infatti in passato diversi studi epidemiologici teorizzavano che bere regolarmente caffè riduce il rischio di ammalarsi di diabete, finora non era mai stato chiarito se effettivamente la nera bevanda contiene una specifica sostanza responsabile di questi effetti benefici. La ricerca in questione ha fatto un passo avanti in questo senso, certificando appunto che il cafestolo stimola la produzione di insulina e il controllo glicemico.
Il diabete colpisce in Italia una persona su 18, circa 3,27 milioni di persone. Si tratta di una malattia strettamente legata anche agli stili di vita: il diabete è attestato al 15,1% tra i soggetti obesi, mentre è al 3,6% tra i soggetti normopeso. L’8,6% è di chi non pratica attività fisica e l’1,7% riguarda quelli che praticano abitualmente sport.
Come si è svolta la ricerca
Lo studio ha avuto la durata di 10 settimane ed è stato eseguito su tre gruppi di topi che manifestavano tutti un alto rischio di insorgenza di diabete; i roditori hanno assunto rispettivamente 1,1 milligrammi e 0,4 milligrammi di cafestolo quotidiani, il terzo gruppo niente.
Finito l‘esperimento i due gruppi di topi sottoposti all’assunzione di cafestolo presentavano una riduzione della glicemia tra 28 e 30% rispetto al terzo gruppo, che non ne aveva assunto. Il primo, che ne aveva assunto una quantità maggiore, manifestava inoltre un altro effetto importante in relazione diabete, cioè un aumento del 42% della sensibilità all’ormone che controlla i livelli di zucchero nel sangue e un aumento fra 75 e 84% della produzione di insulina.
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