Integratori a base di Aloe: Cosa è successo con l’Unione Europea?

19 Aprile 2021 0 Di Redazione

L’8 aprile 2021 è entrato in vigore un Regolamento UE che ha vietato la vendita di integratori alimentari a base di Aloe Vera, ricchi di idrossiantracene e derivati. Il motivo del blocco? Queste sostanze hanno una potenziale azione cancerogena.

Nelle ultime settimane la notizia è rimbalzata freneticamente e ha scosso la community dei rimedi naturali. Ma cosa è successo di preciso? Dobbiamo rinunciare completamente all’Aloe Vera? Certo che no! Vediamo insieme cosa ha deciso la Commissione Europea.

Il caso Transitech: dove tutto ebbe inizio

Non si può certo dire che la decisione dell’8 aprile sia stata impulsiva: è da quasi dieci anni che l’idrossiantracene e i suoi derivati sono oggetto di studio.

Tutto nacque nel 2013, quando la Commissione Europea chiese all’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA) un parere su Transitech, un integratore alimentare prodotto da un’azienda francese.

Transitech era realizzato con le radici di rabarbaro cinese, essiccate e ridotte in polvere. Secondo l’azienda, le proprietà lassative dell’integratore derivavano da un composto chimico chiamato idrossiantracene, contenuto in grandi quantità nel rabarbaro.

La questione su cui l’EFSA doveva esprimersi era questa: “È possibile dichiarare in una pubblicità che Transitech migliora le funzioni intestinali grazie all’idrossiantracene?

La risposta dell’EFSA fu positiva: analizzando degli studi sull’idrossiantracene, l’Autorità concluse che questa sostanza aveva delle proprietà lassative. In fondo alla decisione, l’Autorità precisò tuttavia che un consumo prolungato (oltre i 15 giorni) avrebbe causato effetti collaterali dannosi per l’organismo.

La Commissione Europea studiò il parere dell’Autorità e propose di continuare a studiare l’idrossiantracene, per non mettere in pericolo la salute dei consumatori. Richiese quindi all’EFSA un secondo parere sulla sostanza, sulle dosi giornaliere da assumere e sull’effettiva pericolosità degli integratori che ne sfruttavano le proprietà lassative.

Il parere dell’EFSA sull’idrossiantracene

Il secondo parere risale alla fine del 2017, ed è il punto centrale su cui si basa il Regolamento pubblicato pochi giorni fa. L’EFSA ha analizzato nuovamente tutte le ricerche sull’idrossiantracene e sui suoi derivati, cioè sostanze come emodina, aloe‐emodina e dantrone.

Queste sostanze sono presenti in grande quantità nelle foglie intere di Aloe, finite anch’esse sotto la lente di ingrandimento. Ecco cosa ha concluso l’Autorità nel 2017:

  • Emodina, aloe-emodina e dantrone sono sostanze genotossiche in vitro, cioè hanno causato delle modifiche nel DNA di cellule studiate in laboratorio.
  • Gli estratti naturali di Aloe hanno anch’essi degli effetti genotossici, dovuti alla presenza di derivati dell’idrossiantracene.
  • L’aloe-emodina è addirittura genotossica in vivo, cioè ha causato delle modifiche nel DNA degli animali studiati in laboratorio.
  • Infine, gli estratti dalla foglia intera di Aloe e il dantrone potrebbero aumentare il rischio di cancro al colon negli esseri umani.

Dunque, le piante che contengono idrossiantraceni e loro derivati erano da tenere sotto stretta attenzione: tra queste rientrano senna, cascara, rabarbaro cinese e soprattutto l’aloe.

integratori a base di aloe

Il parere dell’EFSA è allineato con le dichiarazioni dell’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) e dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC). Entrambe avevano infatti messo al bando l’estratto totale di Aloe nei mesi precedenti, sempre per via dei suoi effetti cancerogeni.

Arriviamo così alla decisione della Commissione Europea di vietare gli integratori alimentari a base di Aloe Vera. La decisione nasce soprattutto dal fatto che non esistono degli studi abbastanza approfonditi sulle dosi tossiche di idrossiantraceni.

In questa situazione di incertezza, la Commissione ha preferito mettere completamente al bando gli integratori che ne fanno uso, anziché mantenerli in commercio.

Questo significa che dobbiamo rinunciare per sempre all’Aloe Vera, in ogni sua forma? 

Cosa succede agli altri prodotti a base di Aloe?

Finora abbiamo parlato di estratti totali di Aloe, provenienti dalla foglia nella sua interezza. Questi estratti sono molto più rari di quanto si pensi. Per dirne una, i succhi e i gel che troviamo in supermercato non sono quasi mai realizzati con l’estratto totale!

A livello industriale, il succo di Aloe viene prodotto filtrando chimicamente le sostanze contenute nella foglia. L’aloina è una delle sostanze scartate, per via delle sue proprietà lassative.

Il filtraggio elimina anche i pericolosi derivati dell’idrossiantracene, contenuti nella parte esterna delle foglie. Quindi, il succo di Aloe senza aloina non contiene queste sostanze, se non in tracce insignificanti. Se volete minimizzare il rischio, affidatevi a dei marchi conosciuti, il cui processo produttivo è standardizzato e certificato.

gel di aloe vera

Anche il gel di Aloe Vera continuerà ad essere venduto al supermercato e in erboristeria, per due ordini di motivi:

  • Prima di tutto, gli effetti dannosi che abbiamo visto finora derivano solo dall’ingestione. L’applicazione di Aloe Vera sulla pelle non dà controindicazioni!
  • Inoltre, l’Aloe Vera in gel si estrae dal corpo centrale della foglia, non dalle parti esterne. Il rischio che in questo prodotto siano presenti delle sostanze dannose è pressoché inesistente.

Il Regolamento UE sugli integratori a base di Aloe

Ma quindi, se il succo e il gel continueranno ad essere venduti, cosa comporta la decisione della Commissione Europea?

Prima di tutto, sono vietati tutti gli integratori alimentari a base di Aloe, solitamente assunti per le loro proprietà purganti. Come abbiamo già detto, la decisione è precauzionale: per rimuovere questo blocco, serviranno degli studi più approfonditi.

Fino a quando la scienza non sarà in grado di stabilire che questi prodotti sono sicuri, e di precisare le dosi giornaliere raccomandate, non sarà possibile acquistarli.

aloe vera in succo

Inoltre, sconsigliamo la pratica di farsi il succo di Aloe in casa, almeno fino a nuovo ordine. Anche se esistono dei metodi per rimuovere l’aloina dalle foglie, il gioco non vale la candela. Meglio dare fiducia a prodotti più raffinati e sicuri.

La decisione della Commissione ci spinge a prestare molta più attenzione alle etichette. Stavolta “naturale” non è sinonimo di “sicuro”: occorre fare una scelta più oculata tra gli scaffali, per decidere quali aziende e quali processi produttivi vogliamo premiare con l’acquisto dei loro prodotti.