Pipì che puzza? Ecco i “cattivi odori” più comuni, le cause e come intervenire

16 Maggio 2019 0 Di Redazione

La pipì che puzza e che emana un inconsueto e cattivo odore che arriva fino alle nostre narici durante l’atto della minzione, è un problema che, direttamente o indirettamente, più o meno tutti abbiamo sperimentato. Anche perché, alcune cause, sono piuttosto comuni, come ad esempio accade dopo che si è mangiato una bella porzione di asparagi. Ma questo è un accidente passeggero, che può durare l’arco di qualche ora, e poi l’urina torna al suo normale odore di sempre.

Ci sono invece casi in cui il cattivo odore della nostra urina persiste nei giorni, e allora cominciamo a preoccuparci.

Di norma la nostra pipì (liquido che scaturisce dalla depurazione effettuata dai reni) dovrebbe essere limpida, di colore giallo paglierino e inodore. Ma ci sono casi in cui ciò non avviene e il primo indizio è proprio un odore sgradevole, principalmente di ammoniaca (ma anche di “pesce” o di “zolfo”).

La maggior parte delle volte tale disturbo può essere causato dall’alimentazione, ma in altri casi può essere il segnale di una patologia in corso, e allora è meglio intervenire.

Pipì che puzza: cause e rimedi

Pipì che puzza a causa dell’alimentazione

Spesso l’odore sgradevole della nostra urina è soltanto dovuto a ciò che abbiamo mangiato (come asparagi, cavolfiore o aglio), oppure, all’opposto, perché abbiamo bevuto troppo poco (disidratazione) e nella pipì (che avrà anche un colore giallo intenso) viene a trovarsi un’alta concentrazione di scorie.

Anche il consumo di particolari integratori alimentari o di alcuni antibiotici possono incidere sull’odore sgradevole della nostra pipì.

In questi casi, come si sarà già inteso, non vi è alcuna patologia in atto e la pipì tornerà al suo colore e odore normale non appena cesseremo di assumere determinati alimenti e ci sforzeremo di bere almeno 2 litri di acqua al giorno.

Pipì che puzza a causa di ovulazione o gravidanza

Per quanto riguarda le donne, possono esserci dei motivi aggiuntivi per cui l’urina assume un odore di ammoniaca: l’ovulazione e la gravidanza.

Gli stessi ormoni che intervengono durante il periodo di gestazione (estrogeni e progesterone) hanno anche il compito di regolare il ciclo mestruale e questi ormoni alterano lievemente l’odore della pipì.

Pipì che puzza a causa di infezioni

Passiamo invece ad esaminare il caso di pipì che puzza a causa di infezioni dell’apparato urinario, come ad esempio per via di cistiti, pielonefriti (infezioni renali) o uretriti (infezioni dell’uretra); il cattivo e penetrante odore di ammoniaca è causato dall’azione di alcuni batteri che elaborano l’urea trasformandola appunto in ammoniaca.

Facciamo mente locale ad altri disturbi e segnali provenienti dal nostro organismo e rechiamoci dal medico per una visita.

Pipì che puzza a causa di malattie organiche

Una pipì dall’odore acre può essere anche il sintomo di alcune malattie organiche più problematiche, come l’insufficienza epatica, o la chetoacidosi diabetica (una complicanza del diabete provocata da carenza di insulina).

Esistono anche altre malattie metaboliche (difficoltà a metabolizzare alcuni amminoacidi) che possono causare urine dal cattivo odore, ma sono abbastanza rare e non saranno qui prese in esame.

Pipì che puzza: quando e come intervenire

Abbiamo dunque visto le principali cause che portano la nostra pipì ad avere un cattivo odore. Se la cosa dipende dall’alimentazione, nell’arco di massimo 48 ore tutto ritorna alla normalità, senza dover fare assolutamente nulla.

In tali casi, se vogliamo dare un aiuto in più ai nostri reni con rimedi naturali, possiamo intervenire come segue:

  • bere più acqua durante il giorno;
  • assumere vitamina C (attraverso apposito integratore naturale);
  • bere il tè verde (o anche succo di mirtillo).

Se invece il disturbo si protrae per diversi giorni allora è il caso di interpellare il proprio medico e procedere con gli esami del caso: analisi delle urine e urinocoltura; le prime riguardano il colore, l’aspetto e il ph della pipì, mentre la seconda consente invece di individuare un’eventuale infezione batterica o fungina. Dai risultati ottenuti si potrà poi procedere con la giusta cura medica.
Per casi più difficili è necessario rivolgersi ad uno specialista urologo.