Dieta 9 kg in 14 giorni: I segreti della dieta danese
14 Novembre 2019La bilancia di casa può assumere le sembianze di un mostro a tre teste, di quelli che mettono soggezione quando si incrociano sulla propria strada. Ed evitare il contatto visivo non aiuta, specie quando decidiamo di perdere quei chili di troppo che ci portiamo dietro. Il problema però è sempre il tempo: quanto ci vuole a dimagrire? Ecco perché la ‘dieta danese’, conosciuta anche come ‘dieta di Copenaghen’, è una soluzione da valutare: promette infatti di riuscire a far perdere 9 kg in 14 giorni, osservando un regime alimentare proteico molto controllato.
È chiaro che per ottenere un obiettivo tanto ambizioso, sarà necessario anche fare dei sacrifici. La dieta danese prevede che non vengano assunti carboidrati né zuccheri, non sono presenti i grassi di origine vegetale, mentre si consumano soprattutto quelli animali: carne e pesce.
Certo, occorre forza di volontà, anche perché bisogna in pratica depennare dalle proprie abitudini la presenza di carboidrati. Ma è anche vero che si tratta di uno sforzo limitato nel tempo, che una volta portato a termine darà grande soddisfazione.
La dieta danese è un regime alimentare che può essere messo in atto sia da donne che da uomini. Naturalmente, il consiglio è seguire questa dieta solo quando ci si trova in buona salute e sempre dopo aver consultato e ricevuto l’ok da parte del proprio medico di fiducia.
Dieta danese proteica: consigli utili per centrare l’obiettivo
La dieta di Copenhagen è un regime alimentare che può essere senz’altro definito ‘low carb“: la rinuncia ai carboidrati porta l’organismo a prelevare le energie direttamente dalle proteine. Il metabolismo proteico comporta un dispendio di energie molto alto, e i chili vengono bruciati molto più in fretta.
Il menù prevede un consumo massiccio di carne bianca, rossa, pesce e tante uova.
Per assicurarsi di arrivare in fondo alla dieta danese senza cedere, vi sono dei consigli utili da seguire.
E’ possibile insaporire i cibi con spezie o succo di limone, tenendo presente che il sale è bandito. Inoltre, nell’eventualità in cui si porti a compimento, la dieta non potrà essere ripetuta per i due anni a seguire.
Nel caso in cui si beva alcool o si mangino dolci è necessario interrompere subito la dieta, che risulterà compromessa. In questo caso non si potrà riprenderla nei sei mesi a seguire lo stop.
È bene ricordare che è sempre necessario il consiglio di un dottore o di un nutrizionista in merito all’opportunità di iniziare questo regime alimentare proteico abbastanza estremo, comunque sconsigliato per pazienti ipertesi e diabetici, ma anche per donne in gravidanza o persone che seguano una terapia farmacologica particolare.
Se la dieta danese vi risulta troppo drastica, potreste intanto partire con un’alimentazione povera di grassi.
Dieta danese proteica, ecco il menù, tra consigli e vantaggi
Per iniziare la giornata, la colazione prevede tè o caffè ma senza zucchero: in generale, bere sempre molto. Volendo è possibile mangiare anche uno yogurt magro.
Lunedì a pranzo nel piatto un uovo sodo con pomodorini e verdure bollite, mentre per cena sarà il turno di 100 grammi di carne rossa alla griglia, accompagnata da un’insalata mista di contorno.
Il martedì poi prosciutto cotto (150 grammi) e uno yogurt magro, mentre la cena sarà la stessa del lunedì più 150 grammi di frutta (banana, avocado).
Mercoledì a pranzo ancora prosciutto cotto, con due uova sode e spinaci bolliti, mentre per cena spazio a una crema di pomodori con brodo vegetale caldo, poi frutta (banana, avocado).
Il giovedì sulla tavola per pranzo una spremuta d’arancia e 125 grammi di yogurt magro, poi a cena 100 grammi di fiocchi di latte, un uovo e una carota alla julienne.
Venerdì sarà la volta del pesce, a pranzo 100 grammi di salmone affumicato o 125 fresco, condito con succo di limone. Per cena carne: 100 grammi di manzo arrosto e insalata verde.
Il sabato torna l’uovo sodo a pranzo, con un’insalata di carote, mentre per cena insalata verde con 125 grammi di petto di pollo.
Infine, domenica a pranzo insalata mista con sedano tagliato grossolanamente a pezzi e per cena 200 grammi di vitello alla griglia con un frutto (mela, banana).
Molti studiosi sono convinti che non si tratti di una dieta particolarmente efficace perché può causare il classico l’effetto yo-yo (quando dopo una perdita di peso iniziale veloce si tornano a riprendere i chili), ed ecco perché è importante la fase successiva ‘di mantenimento’.
Dieta danese proteica, cosa si intende per fase di mantenimento
Dopo aver portato a termine il dimagrimento abbinato alla dieta di Copenhagen, occorre adottare un regime ‘di transizione’ per tornare a una gestione più autonoma dell’alimentazione. In sostanza, si passa a un tipo di alimentazione più permissivo per ciò che concerne il quantitativo di calorie da assumere al giorno.
In questa fase bisogna fare in modo di mantenere il peso stabile, dunque evitare che salga o che scenda. Stiamo parlando di un regime alimentare studiato ad hoc per offrire tutte le sostanze che sono necessarie all’organismo affinché la dieta risulti bilanciata. È importante che il ritorno all’alimentazione normocalorica avvenga in maniera graduale.
Le controindicazioni della dieta danese
Trattandosi di un regime molto intenso per il nostro organismo, la dieta danese è sconsigliata durante la gravidanza e l’allattamento. Le persone che soffrono di diabete o pressione alta dovrebbero starle ugualmente alla larga.
La carenza di carboidrati prevista dalla dieta danese potrebbe causare mal di testa o spossatezza: il cervello ha bisogno di zuccheri per rimanere brillante, e in assenza di carburanti fa un po’ di fatica. Le persone predisposte a emicranie o giramenti di testa dovrebbero quindi rivolgersi a un medico o a uno specialista prima di iniziare questa dieta.
Chiudiamo con un video in cui ascolteremo il parere del Dr Filippo Ongaro sulle diete proteiche in generale, se funzionano o meno, e a quali condizioni.
* Il contenuto riportato è di carattere orientativo a fini informativi: non sostituisce diagnosi e trattamenti medici. Non deve essere utilizzato per prendere decisioni in merito ad assunzione o sospensione di terapie farmacologiche e non può sostituire il parere di un professionista afferente a qualsiasi disciplina medico scientifica autorizzata.
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