Uva spina: la pianta e le sue proprietà benefiche
13 Luglio 2021L’uva spina, al di là del nome, non ha nulla a che fare con la classica uva da tavola che tutti conosciamo e con la quale si realizza anche il vino; si tratta infatti del frutto di una pianta denominata Ribes uva-crispa, che vanta numerosissime proprietà benefiche per il nostro organismo.
Uva Spina: Descrizione della pianta
La pianta di uva spina è un arbusto che può raggiungere al massimo i 2 metri di altezza. Cresce spontaneamente nei boschi ad altitudini piuttosto elevate, intorno ai 1500 metri. Le foglie sono piccole e dal bel colore verde intenso, caratterizzate da una leggera peluria.
Il nome “uva spina” deriva dalla forma dei rami, che sono dotati di spine molto robuste e lunghe fino a un centimetro. Nonostante il loro aspetto, i rami sono piuttosto fragili e tendono a incurvarsi quando la pianta inizia a fruttificare.
La coltivazione di questa pianta risale all’incirca al 1800, ma esistono testimonianze di salse e marmellate di uva spina datate al XVI secolo. Data la resistenza del Ribes uva-crispa all’inverno e la sua predilezione per gli ambienti poco ventilati, la pianta si è ben presto espansa in tutta Europa.
Per coltivare l’uva spina in casa sono necessari però alcuni accorgimenti: la pianta predilige terreni profondi e argillosi, e per farla crescere in vaso occorre un’irrigazione regolare e abbondante.
La pianta è inoltre molto sensibile al mal bianco, che può però essere contrastato spruzzando sulle foglie e sul fusto un po’ di macerato di ortica.
Il frutto di uva spina
Il frutto è sferico, leggermente oblungo, grande come una biglia di vetro. A un occhio poco attento potrebbe ricordare un grosso acino d’uva, data la lucidità e sottigliezza della buccia esterna. Anche la consistenza della polpa ricorda vagamente quella dell’uva.
Dal punto di vista aromatico ci sono però delle interessanti differenze. Il sapore delle bacche è frizzante e asprigno, collocato a metà strada tra un acino d’uva rossa e il ribes che siamo abituati a gustare durante il periodo estivo. Il colore della bacca dipende dalla tipologia di pianta; in particolare, sono due le varietà più diffuse:
- Uva spina rossa: Prodotta perlopiù dalla variante Grossularia, si caratterizza per un colore rosso-violaceo e un sapore leggermente più dolce e accessibile a tutti i palati. Ne esistono diverse sotto-varietà, alcune oblunghe e di grandi dimensioni e altre molto più piccole e tondeggianti, simili al ribes rosso. Questa varietà è molto più sensibile al mal bianco e mal tollera anche lo zolfo, spesso utilizzato per contrastarlo.
- Uva spina bianca: Dalla buccia semi-trasparente, ha un sapore leggermente più acidulo, tanto che alcuni consigliano di consumarla accompagnandola con dello zucchero. Il suo aspetto è molto particolare, dato che la buccia lascia intravedere sia i semi che la rete di vascolarizzazione.
Uva spina: Proprietà e valori nutrizionali
Ci troviamo in presenza di un frutto ipocalorico e dalle interessanti proprietà nutrizionali. 100 grammi di prodotto apportano nel nostro organismo i seguenti valori nutrizionali:
- Proteine: 0,88 g;
- Carboidrati: 10,18 g;
- Grassi: 0,58 g;
- Fibre alimentari: 4,3 g.
L’uva spina è particolarmente ricca di vitamina C, considerato che una porzione da 100 grammi contiene all’incirca il 47% della razione giornaliera consigliata di acido ascorbico. Anche l’acido pantotenico (vitamina B5) è presente in discrete quantità.
Degne di nota anche le quantità di potassio, calcio e fosforo presenti nelle bacche, mentre non si registra un grande contenuto di vitamina A e folati.
Quali sono i benefici dell’uva spina?
Al di là del nome e dell’aspetto, questo frutto non ha molto in comune con la classica uva da tavola, collocandosi più vicino ai frutti del sottobosco come ribes, fragole, more, mirtilli e lamponi.
L’uva spina è molto ricca di vitamina C, una tra le più note sostanze antiossidanti presenti in natura: l’acido ascorbico contrasta cioè l’invecchiamento cellulare, invertendo la tendenza innescata dai radicali liberi.
La vitamina C è inoltre un prezioso immunostimolante, cioè protegge il nostro sistema immunitario dagli agenti esterni: mangiare uva spina ad agosto è un ottimo modo per prepararci e proteggerci dai malanni di settembre, quando giunge il cambio di stagione.
L’acido pantotenico è invece utile ad assimilare meglio le proteine, i carboidrati e i grassi che assume con la nutrizione. L’uva spina è anche un’apprezzabile fonte di acido malico, una sostanza presente nelle mele (e nell’aceto di mele) che ha un ruolo fondamentale nella produzione di energia a livello cellulare.
Il potassio è un efficace diuretico e stabilizza gli eccessi di sodio nelle nostre cellule. A dosi controllate, questo minerale combatte la ritenzione idrica e protegge il sistema circolatorio dall’arteriosclerosi.
Riassumendo, l’uva spina è in grado di:
- stimolare le difese immunitarie dell’organismo;
- proteggere da infiammazioni e infezioni;
- disintossicare l’organismo dai metalli pesanti;
- essere diuretica e antiossidante;
- aiutare a riequilibrare le funzioni intestinali, data la presenza di fibre;
- essere altamente dissetante.
Marmellata di uva spina
In numerose regioni dell’Europa continentale, è diffusa l’usanza di consumare l’uva spina sotto forma di marmellata. Il suo sapore caratteristico la rende perfetta su cibi leggermente sapidi, come il pane tostato e i formaggi poco stagionati.
Per preparare una marmellata di uva spina fatta in casa sono sufficienti pochi ingredienti:
- 1 kg di uva spina, lavata con cura e privata dei semi;
- 400 grammi di zucchero;
- Acqua q.b.
Dopo aver preparato l’uva spina, aggiungila a un pentolone di acciaio inox, versando poi lo zucchero e circa 30 ml di acqua. Cuoci il preparato per almeno un’ora a fiamma lenta, mescolando spesso per evitare che si attacchi al fondo della pentola.
Se la preparazione sviluppa una schiuma, rimuovila con l’aiuto di un cucchiaio o di una schiumarola. Aggiungi un paio di cucchiai di acqua, se la consistenza dovesse risultare troppo rappresa.
Per verificare la densità della marmellata, fai il celebre “test del piattino”: metti una goccia di preparazione su un piatto e inclinalo. Se la goccia si solidifica senza scivolare via, la confettura è pronta.
Fai raffreddare il composto e versalo direttamente in dei vasetti precedentemente sterilizzati. Se preferisci un risultato più “raffinato”, puoi frapporre un colino tra la pentola e i barattoli: in questo modo, la buccia non finirà nella marmellata di uva spina – anche se sarebbe un vero peccato, dal punto di vista organolettico.
Uva spina: Controindicazioni
Quando sono poco mature, le bacche hanno un notevole potere lassativo e un sapore poco gradevole. Meglio non consumarle, dato che potrebbero causare dolori addominali e diarrea, soprattutto in persone già predisposte a soffrire di sindrome del colon irritabile.
La polpa contiene inoltre dei piccoli semi che potrebbero incunearsi nelle anse intestinali e causare qualche fastidio: chi soffre di diverticolite dovrebbe evitare del tutto l’uva spina, in quanto il frutto potrebbe causare notevoli infiammazioni.
Trattandosi di una bacca dal basso indice glicemico, l’uva spina può essere consumata con moderazione da chi soffre di diabete di tipo 2. È comunque raccomandato non eccedere nelle dosi, poiché il controllo del glucosio nel sangue è di vitale importanza se si soffre di simili patologie.
* Il contenuto riportato è di carattere orientativo a fini informativi: non sostituisce diagnosi e trattamenti medici. Non deve essere utilizzato per prendere decisioni in merito ad assunzione o sospensione di terapie farmacologiche e non può sostituire il parere di un professionista afferente a qualsiasi disciplina medico scientifica autorizzata.